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Parsifal © Enrico Fedrigoli

Il Teatro Valdoca nasce nei primi anni ottanta dal sodalizio fra Cesare Ronconi, regista, e Mariangela Gualtieri, poeta e drammaturga.

Dapprima è un collettivo, un gruppo di musica e teatro senza mansioni differenziate, il Collettivo Valdoca. È a metà degli anni settanta che matura la vocazione teatrale dei due fondatori. Grazie infatti a una borsa di studio in Polonia, Ronconi e Gualtieri incontrano a Cracovia il lavoro di Kantor, prima che il Cricot venisse in Italia, e il Teatro Laboratorio di Grotowski, partecipando a Wroclaw all’indimanticabile Tree of people e assistendo ad Apocalypsis cum Figuris, con gli attori storici del gruppo grotowskiano. Nello stesso periodo, in America, conoscono l’esperienza di Peter Shumann e del Bread and Puppet, il lavoro di Bob Wilson, di Richard Foreman, dello Squat Theatre appena arrivato in USA dall’Ungheria. Ma la figura più sorprendente e di maggior riferimento è, già in quegli anni, Carmelo Bene. Sono anni di forte inquietudine che trova sfogo in viaggi solitari per il mondo (Brasile, Burkina Faso, Spagna, America del Nord) e anche in una lunga residenza di tutta la compagnia in un piccolo villaggio della Tanzania.

Fin da principio vi è stretta collaborazione con gli artisti più amati del proprio tempo, soprattutto pittori, scultori, compositori e musicisti, e vi è anche una cura meticolosa dell’apparato di amplificazione del suono. Dopo l’incontro con il poeta Milo De Angelis, nel 1985, la Valdoca dà vita a una Scuola di Poesia da lui diretta, grazie alla quale, nel corso di tre edizioni, la Compagnia incontra i maggiori poeti italiani: Fortini, Luzi, Bigongiari, Loi, Cucchi, Sicari, Rosselli, Merini, Majorino e altri. È dopo questi incontri e a seguito di altre decisive esperienze personali, che Mariangela Gualtieri comincia a scrivere versi, sospendendo il ruolo di attrice e assumendo quello di drammaturga, mentre Cesare Ronconi affianca alla regia una ininterrotta attività pedagogica grazie alla quale formerà i propri attori e danzatori.

Il tratto più caratteristico della poetica di Valdoca è dato dall’epicità dei suoi attori, sempre tesi verso il sovrumano e il sub-umano, dunque fra eroe e divinità da un lato, animalità, infanzia e deformità dall’altro, nella rinuncia alla narrazione, ai temi sociali, all’attualità e alla cronaca.

Per questo l’attore è spesso anche corpo danzante, fortemente dotato di espressività nella voce, nel movimento e nella stasi. Accanto al ruolo decisivo dell’attore vi è la particolarità della parola di cui questo attore viene dotato: una parola che è sempre verso poetico, sempre inedita e calzante con la scrittura registica, scritta spesso a ridosso della scene e vicinissima ai dettami della regia.

La presenza frequente di musica dal vivo, l’attenzione al presente della scena, la bassa progettualità, insieme a quanto detto sopra, fanno degli spettacoli di questa Compagnia eventi carichi di ritualità, in cui il gioco delle forze e delle energie della scena conduce lo spettatore dentro l’esperienza della visione, e fanno del pubblico una comunità partecipe e in ascolto.

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© Rolando Paolo Guerzoni

CESARE RONCONI

CESARE RONCONI, regista, dopo la laurea in Architettura allo IUAV di Venezia, fonda nel 1983 a Cesena, insieme a Mariangela Gualtieri, poeta e drammaturga, il Teatro Valdoca. Con Lo spazio della quiete (1983) e Le radici dell'amore (1984) la Compagnia è presente fin da principio sulla scena europea con una cifra stilistica e poetica molto netta. Dai primi anni ’90 Teatro Valdoca si dedica anche al lavoro pedagogico dando vita ad una Scuola di Poesia che coinvolge i maggiori poeti italiani e si apre all’incontro con giovani allievi attori attraverso la Scuola Nomade.

Teatro Valdoca persegue una ricerca a ridosso della parola poetica e del lavoro d’attore, creando spettacoli corali ma anche lavori concentrati su pochi interpreti, in una scrittura scenica che fonde poesia, danza, arti visive e musica dal vivo. La scrittura registica di Ronconi ha due elementi fondanti: l’attore, inteso come corpo glorioso e fonte prima di ispirazione e il verso poetico. Il ruolo centrale dell’attore porta in primo piano il suo magistero pedagogico, che per ogni spettacolo forma gli interpreti, portando così a maturità professionale molti giovani esordienti e fondendo poi il loro lavoro con quello di attori più esperti. Ogni sua opera è anche genesi di un inedito testo scritto da Mariangela Gualtieri, che prende vita nel fuoco delle prove e sotto la suggestione dei vari interpreti.

Molti gli spettacoli da lui diretti, per i quali cura anche scenografia e disegno luci. Fra i più recenti: la Trilogia Paesaggio con fratello rotto (2004-2005), Caino (2011), Giuramenti (2017), Il seme della Tempesta. Trilogia dei Giuramenti (2018), Enigma. Requiem per Pinocchio (2021), Bestemmia (2025).

Teatrografia





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© Melina Mulas

MARIANGELA GUALTIERI

MARIANGELA GUALTIERI, poeta e drammaturga, nel 1983 ha fondato con il regista Cesare Ronconi il Teatro Valdoca. Fin dall’inizio ha curato la consegna orale della poesia, dedicando piena attenzione all’apparato di amplificazione della voce e al sodalizio fra verso poetico e musica dal vivo. Fin dall’inizio cura la consegna orale della poesia - con letture di versi in Italia e in vari paesi del mondo - dedicando piena attenzione all’apparato di amplificazione della voce e al sodalizio fra verso poetico e musica dal vivo.

Da citare, il Requiem scritto per le musiche della compositrice Silvia Colasanti, la collaborazione con Lamberto Curtoni e Simone Rubino (Il ritmo della terra), fino ai più recenti concerti: Porpora, col pianista Stefano Battaglia, Acqua Rotta col violoncellista Mario Brunello, Selvatico sacro e Bello mondo, con Uri Caine e Paolo Fresu, Ruvido umano, con il compositore Lemmo.
L’attività pedagogica di Gualtieri è ininterrotta, con laboratori di scrittura e, attualmente, di lettura di versi al microfono.

Tra i testi pubblicati: Antenata (Crocetti, 1992 e 2021), Fuoco Centrale (Einaudi 2003), Senza polvere senza peso (Einaudi 2006), Caino (Einaudi, 2011), A Seneghe. Mariangela Gualtieri/Guido Guidi (Perda Sonadora Imprentas, 2012), Le giovani parole (Einaudi, 2015), Beast of Joy, selected poems (Chelsea Editions, New York, 2018), Quando non morivo (Einaudi, 2019), Album dei Giuramenti/Tavole dei Giuramenti (Quodlibet, 2019) di Teatro Valdoca, Paesaggio con fratello rotto (Einaudi, 2021), L’incanto fonico. L’arte di dire la poesia (Einaudi, 2022), Bello mondo (Einaudi, ET Poesia, 2024), Ruvido umano (Einaudi, 2024), Album per pensare e non pensare (Bompiani, 2025).

Edizioni/libri

Piersandra Di Matteo, PAROLE PER ESERCITARE LA VITA (2011)