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TEATRO VALDOCA
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PRODUZIONI

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ORA NON HAI PIÙ PAURA
seconda parte della Trilogia della gioia


© Fabiana Rossi

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regia, scene, luci e costumi Cesare Ronconi

direzione del progetto sonoro Enrico Malatesta

ricerca sonora e suono dal vivo Attila Faravelli, Luca Fusconi, Enrico Malatesta con la collaborazione di Luciano Maggiore

con Silvia Mai, Chiara Orefice, Sveva Scognamiglio
ricerca sonora e suono dal vivo Attila Faravelli, Luca Fusconi, Enrico Malatesta
con la collaborazione di
Luciano Maggiore

organizzazione Elisa De Carli con Elisa Bello
amministrazione Morena Cecchetti
consulenza amministrativa Cronopios

produzione Teatro Valdoca
in collaborazione con Teatro A. Bonci di Cesena
con il sostegno di Comune di Cesena / Emilia Romagna Teatro Fondazione
si ringrazia L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino, Centro Teatrale Umbro, La Corte Ospitale
con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna, Provincia di Forlì-Cesena

Vedi date in calendario

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Prosegue la Trilogia della gioia con l’incontro fra Cesare Ronconi e giovani artisti della scena contemporanea, con un esito che si addensa in un nuovo spettacolo.

Ora non hai più paura: sarebbe bello dirlo a se stessi. C’è in questo titolo - che è anche un motto - un desiderio di accoglienza della realtà, così come si manifesta, senza timore del risultato, senza forzature né volontà di potenza. Ed è questo lo spirito con cui Cesare Ronconi ha curato la regia di quest’opera.

Meglio sarebbe dire che ha guardato tre corpi femminili – l’androgino è molto prossimo – e li ha lasciati vivere nelle loro relazioni, nella loro affettività e sapienza di corpi fortemente capaci di espressione. E così lo spettatore assiste, quasi guardasse da una fessura, ad un gioco che a volte è d’amore, fra tenerezza e seduzione, o è un volteggiare di animali, o di bambini, in quell’agio dell’amicizia, della tana, dell’intimità. Ma ci sono elementi che inquietano, che spingono o trattengono grandi forze incombenti: il sonoro, che batte dal vivo in ogni momento, e la scena, spaccata nettamente in due parti.

La partitura sonora è nata nel vivo delle prove, giorno per giorno; poggia sul dialogo fra due compositori/esecutori posti ai lati della scena, uno percussivo, l’altro elettroacustico, e scarica sui corpi le graffiature e il rimbombo di questo tempo, senza melodia, senza narrazione, con potenti impennate e raffinati echi dal mondo.

La scena è scissa fra rigido e molle, fra geometria algida e tendaggi scenografici, con panchetti e piccoli oggetti dimessi, segnati da una ritualità svaporata. In questo paesaggio sonoro le tre figure a tratti lasciano trapelare un femminile disadorno e terrigno, che potenze arcaiche sembrano percuotere e scuotere. L’energia dei corpi ha il torbido e il numinoso della vita nel suo venire alla luce, la carnalità di chi nasce, quasi in un richiamo a esserci per davvero, ad essere natura, battito, slancio, caduta, volo, sonno, sudore, corsa, abbraccio, palpito.

In tutto questo il pensiero sta giù, giace in un senza parole che lascia al corpo una vivezza piena, come se tutte le voci di Valdoca si fossero per un momento condensate nel canto disarmato e grandioso di una delle tre donne. Ora non hai più paura è incredibilmente lontano da ogni virtualità, quasi un’esortazione non solo alla vicinanza e all’abbraccio, ma ad un vicendevole, umano, inaudito portarsi in braccio.

Fotografie